Le amare considerazioni di un molisano

Da un recente visitatore venafrano di Fico a Bologna, il parco del cibo più grande al mondo con un’estensione espositiva di oltre 10mila mq. più fattorie, campi coltivati ect. in cui viene mostrato come nasce il nostro cibo, vale a dire un’esperienza unica ed autentica, una vera e propria eccellenza nazionale che ogni giorno accoglie migliaia e migliaia di visitatori anche se non vanno sottaciute osservazioni e critiche di parte dell’opinione pubblica nazionale data la vicinanza di una mega discarica, da un visitatore molisano di tale realtà -si scriveva in apertura- riceviamo le osservazioni che seguono:

<Essendomi  trovato in viaggio nel centro Italia -scrive il nostro- ho ritenuto di fermarmi da Fico, data la nomea di tale realtà. Non conoscevo ancora da vicino la cosa ed ho pensato di farlo per cercare di capirne la portata e la consistenza. Effettivamente una magnifica realtà imprenditoriale, sociale, produttiva, occupazionale ed economica, col meglio della produzione nazionale in vetrina, in esposizione e in offerta. Giusto come specificato in pubblicità e via internet “il parco del cibo più grande al mondo”!

Ebbene tra tante siffatte positività allo scrivente, appassionato della propria terra d’origine, il Molise, è risaltato agli occhi un riscontro tutt’altro che positivo all’interno di Fico: l’assenza praticamente totale del Molise e del cibo molisano, eccezion fatta per i formaggi del Caseificio Di Nucci, antico premiato caseificio artigiano di Agnone, unico operatore della mia terra a Fico! Premessa la qualità dei prodotti Di Nucci, da tanti riconosciuta ed apprezzata, il Molise non ha altro, o meglio non è in grado di presentare altro nel parco del cibo più grande al mondo? L’assenza, perché di tanto si tratta, è colpa del Molise e dei molisani, o di scelte altrui?Ad esempio, giusto per citarne, il vino molisano non era degno di una propria eccellentissima vetrina nel parco di Fico, alla pari di tant’altri ottimi vini nazionali?

Possibile mai aver dovuto leggere ed ammirare bottiglie e vini praticamente di tutte le regioni d’Italia dalle Alpi a Villa San Giovanni in Calabria, eccezion fatta per i vini della mia regione? Una scelta (fuori luogo) di Fico o una mancata proposizione da parte della mia terra? O, peggio ancora, il frutto del relativissimo “peso politico” del Molise e del proprio cibo in un contesto nazionale qual’è Fico?>. Incassata l’amara, a suo dire, constatazione, cosa ha fatto subito dopo?

<Ho lasciato Fico senza spendervi un solo centesimo! Non ho gradito l’accantonamento del cibo della mia terra e non ho ritenuto di lasciare l’impronta del mio modesto passaggio, preferendo non spendervi! Non nascondo però di essermene andato mortificato e deluso quale molisano, cioè cittadino di un territorio ricco di natura, arte e cultura, che per colpa di qualcuno non viene apprezzato nella maniera giusta. Speriamo prima o poi di uscire da tale dannosissimo isolamento!>.