di Tonino Atella

Sino a qualche decennio addietro “Via della Croce di Pozzilli“, tratto pedemontano di Monte Cerino (alias Monte Santa Croce), era l’unica arteria di collegamento tra Venafro e Pozzill, prima che venissero realizzate via Maiella e la comunale per Pozzilli che dalla Statale 85 corre parallela e fiancheggia il canale di raccolta e smaltimento delle acque piovane che scendono dai monti dell’interno.

La stradina, ossia “Via della Croce di Pozzilli”, di un paio di km. di lunghezza e sterrata, si snoda a sud dell’altura che sovrasta a nord Venafro e funge da tramite tra i due predetti centri. Data la pregressa frequentazione e la sua unicità nei citati collegamenti intercomunali, sempre nel tempo trascorso si pensò a buona ragione di realizzarvi sulla sinistra nel senso di marcia ovest/est  un modesto monumento rurale di fede, in pietre, mattoni e terra, sormontato dal simbolo della cristianità, una Croce in ferro, dal che la sua denominazione. Monumento semplice, essenziale, ma assolutamente decoroso nella tenuta, in ragione del transito continuo di persone e mezzi.

Oggi di siffatta cura, riguardo ed attenzione verso “La Croce di Pozzilli” non c’è purtroppo testimonianza, visto l’abbandono, l’incuria ed il pessimo stato che contraddistinguono tale monumento religioso. Tutto e tutti, incredibilmente e senza spiegazione plausibile, hanno girato le spalle al sito in questione, lasciando che intemperie, agenti atmosferici e disinteresse più totale avessero ragione della struttura, ridotta decisamente male, anzi malissimo! Pietre e quant’altro tutto a terra, regge solo la Croce in ferro, ma è completamente arrugginita e rischia di venire giù a sua volta.

E mentre tutto questo accade, nessuno alza un dito per aggiustare e restituire dignità al monumento religioso ! Ed allora il sollecito del nostro giornale perché lo si restauri, ripristinandone decoro e dignità smarriti. E’ soprattutto un discorso di fede e quindi di storia e cultura, che deve indurre a rimettere in sesto “La Croce di Pozzilli”, risollevandola dall’abbandono in cui è precipitata.