Nel 40esimo anniversario della legge 833 di Riforma Sanitaria, una delle più grandi conquiste sociali del nostro Paese, ottenute anche grazie all’impegno sindacale di quegli anni, CGIL, CISL e UIL si sono incontrate a Salerno per discutere di sanità: un argomento che rimane di assoluta priorità nell’agenda del Sindacato.

Un evento, quello che si è svolto oggi, alla presenza dei Segretari generali delle tre Organizzazioni confederali, in cui si è posto l’accento su quelle che sono le priorità di un sistema da trasformare e rendere attuale rispetto alle esigenze di un Paese che presenta differenti necessità e peculiarità.

Nel nostro Paese, difatti,  persistono grandi disuguaglianze anche tra le regioni nella garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) dove troppe persone rinunciano alle cure per ragioni economiche o per inefficienza del sistema e sono spesso costrette a cercare risposte lontano dal proprio territorio in cui serve un nuovo “Patto per la salute” che veda coinvolti le istituzioni, le parti sociali e i cittadini.

Per garantire l’esigibilità della tutela della salute, bisogna eliminare le inefficienze, ridurre i tempi di attesa, eliminare il super ticket, equilibrare Ospedali e Servizi socio sanitari per affrontare la crescente domanda di cure e di assistenza verso le cronicità (Non Autosufficienza, Salute Mentale, Dipendenze, Salute Materno-infantile), definire i Livelli Essenziali dell’assistenza Sociale (LEPS) anche come passo indispensabile per l’attuazione dei nuovi LEA sanitari.

A Salerno, insieme a una delegazione di dirigenti molisani della UIL FPL, ha partecipato all’iniziativa Tecla Boccardo che ha sottolineato come “Se a livello nazionale si discute su come migliorare un sistema in difficoltà, in Molise abbiamo a che fare con un comparto in emergenza. Mentre assistiamo alla diatriba sulla nomina del Commissario, ancora non sentiamo parlare di una strategia complessiva o di una proposta di riorganizzazione regionale che possa garantire un sistema di qualità per tutti, i cittadini e i territori. Qui tutto resta fermo, si continua a ragionare in termini di pareggio di bilanci e tagli ai servizi, ai quali si aggiungono i vincoli del piano di rientro dal deficit, pur se la spesa nazionale è di gran lunga al di sotto della soglia minima di spesa prefissata dall’OMS.”

“La nostra sfida è una riorganizzazione che punti ad un sistema integrato socio sanitario. La percezione delle inefficienze del sistema, le sue debolezze e la disorganizzazione sono sotto gli occhi di tutti: basti pensare alle lunghe liste d’attesa o, ancora peggio, all’elevata e costosa mobilità passiva  che penalizza economicamente il sistema sanitario regionale”.

 Senza dimenticare, inoltre, la riduzione della forza lavoro che vede in Molise un dato preoccupante: mentre la norma prevede un infermiere ogni 6 pazienti, in regione constatiamo che il rapporto è oltre il doppio a danno dei malati. Urge, pertanto, prosegue la sindacalista, un confronto serio sul fabbisogno del personale, un piano straordinario di investimenti per nuove assunzioni e l’accelerazione delle procedure di stabilizzazione dei precari, tenuta inspiegabilmente ferma e con un evidente sovraccarico di lavoro per i pochi dipendenti in attività.

 Per rispondere ai nuovi e crescenti bisogni dei cittadini, dunque, proponiamo una rete dei servizi sanitari e sociali integrati in cui il sistema pubblico si integri con quello accreditato e con la medicina sul territorio.

Il Sindacato, conclude Boccardo, continuerà a incalzare la politica e quanti sono coinvolti in questi processi, rivendicando un coinvolgimento reale nella discussione su questi temi, da troppo tempo relegati a materia ragionieristica, senza più una minima valutazione umana e di attenzione verso i bisogni reali dell’utenza”.